domenica 22 marzo 2015

Fotografia oltre.

Ho una nuova perversione voyeuristica.
Oltre le foto delle fashion blogger e i vlog di truccatrici e esperte di saponi su youtube.

I viaggi fotografici.

Viaggi in cui tu fotografo con una tua attività ti fai pagare per andare in giro (massima invidia, solo mia massima invidia) e alimentare le speranze di portatori di reflex, che pensano di diventare a fine viaggio dei novelli Cartier-Bresson o meglio Capa.

I viaggi si svolgono nei posti più disparati dal Sud Est Asiatico a Cernobyl.
I partecipanti vanno dalla quota fichettona che sceglie l'Asia in genere e poi torna citando le frasi di Osho o chi per lui (eppure in gioventù sembravano gente salda e che ne sapeva, chissà cosa è accaduto), mostrando volti di venditori di frutta al mercato, ai cercatori di avventure che fotografano pozzanghere o contadini rientrati nella zona di guardia dalle radiazioni atomiche (tralaltro quel contadino sembrava mio nonno quando andava a zappare).

Ora le domande.
Anche all'estero ci sono i viaggi fotografici? O è un fenomeno tipico italiano come ho scoperto l'haccp.
Ma quando questi tornano fotografano anche qui, studiano un po' di regole prospettiche/dell'immagine oppure aspettano di andare all'estero in luoghi sperduti e vivere sulle palafitte con i pescatori?
Ma soprattutto questi pescatori/contadini, che hanno già i loro problemi, non mandano mai a fanculo questi gioiosi fotografi che gli puntano addosso i loro cannoni, non sapendo cos'è un inquadratura corretta?
Pecunia non olet?
E soprattutto potranno mai essere naturali questi soggetti a cui viene puntato addosso un teleobbiettivo a tradimento?

Adesso cercherò risposta a questi interrogativi.

Comunque la pagina facebook che guardo di più è la seguente world photography .

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